Ciao Aldo
Ti scrivo da Berlino, dove mi sono trasferito da poche settimane per poter lavorare in una multinazionale nell’ambito delle Human Resources e la mia storia parte da lontano.
Forse si potrebbe definire come un vero e proprio progetto di espatrio maturato negli anni.
Premetto che ho sempre avuto l’idea di fare un’esperienza all’estero fin da quando ero studente.
Quando ho terminato la laurea triennale però ho avuto una buonissima offerta di lavoro ed ho accettato pieno di energia e determinazione.
Avevo 22 anni e quel lavoro mi ha dato modo di rendermi indipendente ed imparare molto. Dall’altro lato mi ha precluso inizialmente la strada di un trasferimento all’estero.
Mi son ritenuto soddisfatto per i primi anni, dopodiché è subentrato il desiderio di crescere professionalmente, e li mi sono scontrato con una dura realtà.
Scarsi margini di crescita e poche responsabilità.
Pian piano ho iniziato a pensare seriamente all’idea di cambiare aria e di dare un livello internazionale al mio CV. Si è trattata di una scelta quasi naturale, ma non facile.
Nel corso dei miei viaggi ero capitato molto spesso a Berlino e me ne ero innamorato. Per la dimensione di metropoli, la multiculturalità, l’organizzazione, il rispetto delle regole e per l’invidiabile modo di vivere dei berlinesi.
A 25 anni mi sono dato un obbiettivo, imparare il Tedesco e riuscire ad espatriare entro i 30 anni cercando un salto di carriera in un ambito in linea con la mia esperienza professionale. Sono stato molto ambizioso, lo ammetto. E ovviamente all’inizio è stata durissima.
Innanzitutto trovare lavoro a Berlino si è rivelato difficile per fattori sociali (è la capitale, ma ha il tasso di disoccupazione più alto della Germania e non è affatto semplice trovare grandi aziende), inoltre la conoscenza del Tedesco è molto importante, ed io non sapevo che contare fino a 3.
Mi sono attivato aprendo un profilo su tutti social network utili per la ricerca di lavoro, abbonandomi alle newsletter quotidiane sulle offerte di lavoro contenti le parole chiavi di mio interesse (o che si sposassero con il mio CV).
Ogni sera aprivo la mail, valutavo le nuove offerte e cercavo qualcosa di interessante su cui candidarmi. Nel frattempo ho iniziato a frequentare corsi serali di lingua, e a spendere tutte le vacanze estive a Berlino, in una scuola specializzata nei corsi intensivi. Passavo notti e notti anche solo per scrivere una buona cover letter.
Non saprei contare quante candidature ho provato, ricordo solo che all’inizio ho ricevuto solo risposte negative.
Credo che se mi fossi lasciato prendere dallo scoraggiamento, dando peso a chi mi diceva che era troppo difficile quello stavo facendo (tra i conoscenti, sui forum etc.) avrei abbandonato l’idea. Ma io sono sempre andato dritto per la mia strada e imparato da quelli che ritenevo errori, e ho proseguito il mio progetto con costanza.
Avevo la fortuna di avere già un buon lavoro, un piano in testa e le mie energie. Fondamentalmente non mi serviva altro. Se non tanta pazienza e attenzione alle occasioni.
A fine settembre ho ricevuto una risposta dal mio attuale responsabile. Sono volato a Berlino e ho discusso per alcune ore di me e del progetto su cui avrei voluto lavorare. Una settimana dopo ho ricevuto l’offerta economica per la stesura del mio contratto.
Non nascondo che è stata una grandissima gioia. Avevo portato a termine il mio primo progetto di vita.
Ora, a 28 anni, ho un incarico con una certa responsabilità, in cui la mia esperienza è molto valorizzata ed il lavoro mi sta appassionando parecchio.
Ripercorrendo la mia storia mi rendo conto che nel mio caso è servito avere un obbiettivo molto chiaro, la massimizzazione delle mie esperienze ed un’occasione giusta per poterle “vendere”.
Ho dovuto tenere gli occhi e le orecchie aperte per mesi, ho dovuto investire tanto tempo libero senza avere la certezza di ottenere qualcosa in cambio, ma alla fine la costanza e la motivazione hanno pagato.
Se dovessi dare un consiglio a chiunque fosse interessato ad un’esperienza come la mia, suggerirei di concentrarsi su quello che davvero si vuole e di lavorare sodo. Non essere impazienti e non scoraggiarsi di fronte alle fisiologiche difficoltà.
Come dice un proverbio che mi piace molto “non possiamo direzionare il vento, ma sappiamo spiegare le vele”.
Andrea Villa
Bravo Andrea! come sempre la nostra cara germania ripaga i volenterosi 🙂
Sono laureato in economia aziendale. Avevo lavorato nelle risorse umane per tre anni, credo che questo, più che il titolo di studio, abbia pesato. Assieme all’ inglese avanzato e tedesco intermedio.
questo vorrei saperlo anche io
Bravissimo! Che bella storia di coraggio e determinazione.
Bello, ma in cosa sei laureato esattamente?
Bella storia, perchè non hai fatto una video intervista, io le adoro!
Bravissimo e bella storia coraggiosa!
Bravissimo, veramente bella storia!
bravo!