Cristina Villa vive a New York dove, tra le altre cose, cura INewYork.it.
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Cristina suggerisce che per andare a vivere a New York ed avere la possibilità di rimanerci bisogna avere le idee chiare.
Andare a fare il lavapiatti oppure lavorare da McDonald’s è più difficile che andare facendo una professione ben precisa, grazie alla quale è relativamente più facile ottenere un visto lavorativo.
Per avere il visto H1B bisogna avere la sponsorizzazione da parte di una azienda.
Il lavoratore straniero con qualifiche accademiche o esperienza lavorativa specifica consente alla ditta americana di andare da un avvocato ferrato in tema di immigrazione e chiedere che faccia una sorta di ‘petizione’ dicendo che la ditta non è in grado di trovare personale qualificato per un particolare posto di lavoro all’interno del mercato del lavoro statunitense.
Questo percorso risulta essere più difficile (a volte impossibile) da attuare per alcune professioni come ad esempio i medici in quanto la laurea italiana in materia non viene riconosciuta negli Stati Uniti.
Un altro esempio di transizione difficile viene dato dalle professioni in ambito legale. Il sistema legale negli Stati Uniti è ovviamente diverso e quindi o si deve rifare il percorso accademico o si devono fare esami integrativi. Insomma, non facile.
Tantissimi italiani a New York lavorano nell’import/export o per le filiali statunitensi di ditte italiane o ditte che comunque hanno un collegamento con l’Italia.
Questo perché pochi Americani parlano l’italiano e quindi questo limite risulta essere un vantaggio ai fini del lavoro e dell’ottenimento del visto.
Ci sono tantissimi tipi di visti quindi il consiglio di Cristina è quello di capire bene il visto che faccia nel modo migliore il caso vostro.
Ad esempio, il visto H1B di cui sopra è uno dei più usati. Consente alle ditte di assumere lavoratori stranieri in modo temporaneo attraverso la petizione da parte di un avvocato.
Il visto di tipo L è invece un visto di trasferimento intra-aziendale per chi lavora in aziende con sedi sia negli Stati Uniti che all’estero.
Il visto di tipo O è quello per i ‘talenti speciali’, chi si distingue come artista comprovato, ad esempio attore.
Il visto di tipo E è invece un visto per imprenditori e richiede un minimo di investimento finanziario.
Contattandola su INewyork.it, Cristina può mettervi in contatto con un buon avvocato a New York, specializzato in immigrazione italiana, ai fini della richiesta di un visto.
A seconda del vostro campo Cristina suggerisce di prendere in considerazione anche altre mete all’interno degli Stati Uniti. Nel campo dell’architettura o ingegneristica magari Chicago può offrire maggiori opportunità.
Per chi lavora nell’IT ovviamente la Silicon Valley la fa da padrone.
Cristina per conto suo ha lavorato per quasi sei anni in un’agenzia di pubbliche relazioni che si specializzava nell’importare brand europei negli Stati Uniti.
Da una settimana e mezza lavora invece per Eataly come PR Manager.
Il mito più grosso da sfatare, soprattutto per chi lavora nelle pubbliche relazioni, è che a New York non si vive come illustrato in ‘Sex and the City’. Si lavora veramente tanto, “altro che vita da Sex and the City”!
Per quello che riguarda il dove vivere, Cristina vive a Brooklyn e descrive il borough (e anche Queens) come molto più ‘family friendly’ rispetto a Manhattan.
Ovviamente anche a Brooklyn ci sono le parti brutte ma alcune zone sono ancora più belle di Manhattan.
Tra l’altro Cristina e il team di INewYork.it hanno anche creato Ditour Viaggi, una agenzia di viaggi dedicata a far scoprire New York in modo alternativo rispetto ai soliti tour turistici.
ciao Cristina. Sono Giuliano, ti avevo già scritto tempo fa. Le tue informazioni mi avevano aiutato molto. Mi trovo a Boston dal 20 novembre e ritorno a Milano il 10 febbraio 14. Sono qui in prova per una società building construction.
Dal 26 al 1 gennaio mi raggiunge mio figlio….te la faccio breve. Puoi consigliarmi un B&B a NY per 2 giorni. Ne io ne mio miglio l’abbiamo mai vista, mi sembra un ottima chance. Grazie in anticipo.
Buon tutto.
Ciao
Giuliano
ciao elisa,
la prima cosa da fare è armarsi di pazienza e cercare informazioni su internet. Grazie a Dio esiste Google e trovare le informazioni basilari è davvero semplice… soprattutto con vari blog di gente espatriata!
Poi se hai domande dettagliate e specifiche sul tuo settore… bè, ben vengano.
Lo dico perché sono mesi che mi informo su un possibile espatrio in UK (anche fino alle 2:00 del mattino come vedi) e mi stupisco della pigrizia della gente nel ricercare un paio di informazioni.
Non voglio esser polemica o fare la maestrina, ma i commenti con domande molto (molto e molto) generiche come la tua ne ho letti a migliaia e mi chiedo che genere di risposta si aspetti di ricevere.
Ora, non dico di fare le ore piccole per capire come funzionano le cose nel paese XY, ma un minimo di iniziativa ci vuole!
Questo commento non riguarda specificamente te, sia chiaro. Solo che mi lascia molto perplessa questo atteggiamento del “ditemi tutto quello che sapete e poi boh” oppure “trovatemi casa/lavoro”.
Comunque, in bocca al lupo!
ciao a tutti.. mi chiamo elisa e ho 22 anni.. vorrei tanto trovare lavoro all’estero perchè qui come ben sapete il lavoro è inesistente, sarei disposta ad andare ovunque pur di trovare un lavoro, ma il mio sogno sarebbe quello di andare a new york.. in america non ho nessuno e dovrei partire da sola.. se sapreste darmi qualche dritta su come funzionano un pò queste cose ve ne sarei davvero grata.. ciao e grazie a chi mi risponderà!
Ciao Cristina,
sono Fede, uno dei pochi fortunati ad aver vinto la Green card, vorrei venire a NY per lavorare con imprese italiane nel settore luxury a livello corporate, fin’ora ho lavorato in banca ma voglio dimenticare il settore. Visto che tu eri in un’agenzia di PR che importa brand europei puoi darmi qualche consiglio a chi rivolgermi? mando CV alle sedi delle case italiane a NY? Cerco annunci?
Ciao posso chiederti alcune notizie? Sai mi chiamo Cristina anche io almeno per spirito di solidarieta’ sono nel forum di italiansinfuga sono crisali grazie
Ciao Cristina. Ti ho inviatoun’ email su inew york, ma continua rispedermela indietro, stò sbagliando qualcosa?
Grazie,
Laura
Per questo ho escluso NYC tanti anni fa, lavorano troppo e sempre! Il lifestyle non fa per me 🙂
Ciao Cristina! Grazie per gli utili suggerimenti. Non so se qui sia il posto giusto per le richieste, ma non ho trovato altro tuo contatto. Ti volevo chiedere se sai qualcosa in più per quel che rigurda il visto O. Io sono un’attrice e sto tentando di capire come potermi spostare negli USA per cercare lavoro…almeno per un pò! Grazie, in bocca al lupo per i tuoi progetti.
Due note veloci:
1. il visto E1 e’ per imprenditore che investe, ma E2 per manger di azienda estera che investe e da lavoro in USA. Non e’ contingentato e consente il permesso di lavoro per il coniuge, quindi migliore di altri.
2. in ambito IT la piazza di Boston non ha nulla da invidiare a Silicon Valley