Giulia Checchi si trova a Londra da un anno e mezzo. Nella capitale inglese ha prima completato gli studi e poi trovato lavoro come traduttrice in un settore particolare ed in crescita.
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Che titoli hai maturato in Italia?
Dopo aver ottenuto il diploma di maturità linguistica, ho deciso di iscrivermi a una scuola di Roma per Interpreti e Traduttori.
Mi sono laureata a novembre del 2009.
Il nuovo anno accademico era già iniziato e non avevo intenzione di specializzarmi a Roma.
Dopo aver raccolto informazioni circa altre scuole italiane nello stesso campo (a Trieste, a Forlì), decisi che se avessi dovuto trasferirmi, tanto valeva farlo all’estero direttamente!
Così, mi sono iscritta a un Master in Traduzione Audiovisiva presso la Roehampton University, a Londra.
Sono partita nel settembre 2010, e un mese dopo ho iniziato le lezioni. Il Master ha la durata di un anno e, infatti, nel settembre scorso ho consegnato la mia tesi e ottenuto il Master.
Come hai trovato la prima opportunità di esercitare come traduttrice in UK?
Già durante il Master mi ero iscritta a molti siti e portali per traduttori e interpreti freelance, avevo mandato CV a innumerevoli agenzie di traduzioni, ma lavorare come freelance non è assolutamente semplice, infatti ricevevo più offerte per posizioni full-time (che non potevo accettare per motivi di tempo, a causa del corso).
Una volta terminata la tesi, ho potuto iniziare a candidarmi anche per posizioni a tempo pieno, e dopo un mese e mezzo di email e telefonate varie, ho ricevuto una proposta di lavoro come game tester in un’importante azienda sviluppatrice di videogiochi.
Durante il Master avevo avuto l’opportunità di studiare la localizzazione (la traduzione e l’adattamento per diverse culture) dei videogiochi, quindi anche se non mi occupavo di tradurli, ma solo di testarne la qualità a livello linguistico, ero comunque nel settore!
Dopo solo un mese, mi sono candidata per una posizione di traduttrice nel dipartimento di localizzazione dell’azienda, ho passato il test e il colloquio, ed eccomi qua!
Ci descrivi il mercato del lavoro delle traduzioni a Londra?
Secondo la mia esperienza in questo anno e mezzo passato a Londra, devo dire che c’è moltissima concorrenza nel settore della traduzione.
Bisogna poi distinguere tra traduttori freelance e traduttori “in-house”.
Nel primo caso, ad esempio, anche dopo aver setacciato moltissime agenzie di traduzione (non solo a Londra), solo alcune volte ho ricevuto risposte positive, ma nella maggior parte dei casi la loro risposta era un semplice “grazie per averci inviato i suoi dati, la inseriremo nel nostro database di traduttori e la contatteremo non appena avremo progetti disponibili per la sua combinazione linguistica”.
Come ho già detto, la concorrenza è molto elevata.
Se invece si vuole lavorare come “in-house”, quindi all’interno di un’azienda, le possibilità ci sono, ma bisogna dimostrare di possedere qualifiche giuste e passione per il settore (e non per forza un’esperienza pluriennale!).
Sei specializzata in “Video games Localization, Subtitling and Dubbing”. Che opportunità offre questo particolare settore?
Quando decisi di specializzarmi in questo settore, in realtà non avevo bene in testa cosa avrebbe determinato.
Sapevo che non mi interessava diventare traduttrice in campo medico, legale o scientifico. Preferivo qualcosa di diverso.
Durante il master mi sono resa conto davvero degli sbocchi professionali che questo settore aveva da offrire: la localizzazione di videogiochi, ma anche di software o di pagine internet, permette di esercitare le proprie competenze in aziende multinazionali o che vogliono espandersi all’estero e hanno quindi bisogno di un supporto linguistico; stessa cosa vale per il “dubbing”, ovvero l’adattamento dei dialoghi, e il sottotitolaggio per cinema, TV e teatro (comprendendo anche i servizi per persone non udenti e non vedenti): offrono un’ampia gamma di settori in cui inserirsi.
Quali sono le competenze tecniche che permettono di rendersi appetibili agli occhi dei datori di lavoro?
Sicuramente non ci si può improvvisare traduttori, tantomeno in un settore così specifico.
Secondo la mia esperienza, le qualifiche sono molto importanti.
I traduttori di oggi non si limitano solo a trasporre un testo da una lingua all’altra, ma devono soprattutto conoscere e avere dimestichezza con software specifici, e spesso, nel caso dei freelance, addirittura possederli sul proprio PC.
Come sta impattando il tuo settore la crisi economica del Regno Unito?
La crisi, al contrario di quanto si possa pensare, c’è anche qui, e si inizia a sentire.
Viene solo affrontata in maniera diversa, perché il mercato resta comunque molto dinamico.
Le possibilità ci sono, bisogna ovviamente darsi da fare e cercare di emergere, restando sempre aggiornati sulle dinamiche del settore, in continua evoluzione.
Hai dei siti web da consigliare a chi vuole seguire le tue orme?
Sicuramente un profilo su Linkedin aiuta moltissimo.
Inoltre, posso consigliare i portali per traduttori Proz e Translatorscafé, molto usati e pieni di offerte di lavoro ogni giorno, soprattutto per chi vuole guadagnare un po’ di esperienza come freelance.
Grazie Giulia e buon proseguimento a Londra!
Questo è proprio quello che vorrei fare io!
Sapresti dirmi quanto costa la specialistica che hai fatto? Ho dato un’occhiata al sito ma non c’ho capito molto ://
ciao, volevo chiederti una cosa sul master che hai fatto: per caso è come in Italia per quanto riguarda gli esami, cioè che si seguono i corsi e si danno gli esami e poi quando finiscono gli esami poi si deve scrivere una tesi e poi discuterla?? grazie mille =)
Ciao Giulia! Ti volevo chiedere un consiglio: mi sono laureata in traduzione/intepretazione alla SSLMIT di Trieste nel 2008 e poi mi sono trasferita in Spagna per imparare la lingua (che non era nel mio programma di laurea) e lavorare, adesso vorrei specializzarmi e come te non sono per nulla attratta dall’ambito legale/editoria, a distanza di tempo lo consiglieresti ancora? Mi rendo conto che ogni caso è a sè stante ma dato che presuppone un costo abbastanza elevato mi faresti un piacere se mi dessi qual
che dritta, non conosco nessuno che abbia intapreso questa strada e considerando l’investimento in termini di tempo e denaro mi verrebbe bene una opinione grazie in anticipo spero che passi ancora per il forum e in bocca al lupo 😉
Ciao Walter,
partendo dal presupposto che secondo me “tentar non nuoce” mai, se si ha la giusta determinazione, potresti provare sicuramente. Avere le qualifiche è importante, ma anche una buona dose di esperienza professionale aiuta. Anche se non sei un traduttore “certificato”, ma la conoscenza dell’inglese è molto buona e sei esperto del settore, che so, di ingegneria biomedica (un esempio a caso), potresti comunque proporti come traduttore freelance. Tutto dipende poi dal tipo di agenzia che trovi: ce ne sono di più pignole, che accettano solo traduttori iscritti a associazioni professionali specifiche, altre invece sono più “aperte” e magari ti assumono dopo averti fatto fare un test. L’importante è provarci!
Ciao Giulia, sono in procinto di partire per Londra, dopo un’esperienza poco felice nelle zone 70 km. più a Nord, che stanno conoscendo una saturazione professionale mai vista in precedenza.
Mi stavo chiedendo (prima ancora che provarci di persona), come potrei cavarmela come traduttore da e verso l’italiano partendo dall’inglese, e volendo, con un po’ di sacrificio, dallo spagnolo.
Premetto che se il materiale originale è in una delle due lingue citate, non sbaglio letteralmente un colpo. Anche perchè ho un italiano abbastanza (facciamo “decisamente”) articolato, e una capacità di contestualizzare (e di sintesi, ma solo quando voglio) praticamente radicate nell’istinto.
Ho anche salde basi nell’inglese tecnico industriale per motivi accademici e professionali.
Che dici: vale la pena di provarci…con un po’ di spavalderia, o rischierei di essere soppiantato da gente più ferrata in materia?
Grazie Eu87!
Grazie mille! 🙂
Le qualifiche sono molto importanti, non obbligatorie o fondamentali. Certo è che ti dànno una marcia in più! Ho parlato di traduttori “improvvisati” perché mi è capitato spesso di sentire di persone assolutamente non interessate a tradurre per professione, ma solo perché, conoscendo un’altra lingua, potevano provare ad “arrotondare” traducendo qua e là.
Sicuramente l’esperienza è molto importante, non c’è dubbio… Non è però sempre facile riuscire a guadagnarsela senza avere qualche carta in regola, ecco… Ma è un discorso relativo e ogni situazione è diversa, ovviamente…
Grazie comunque, e crepi il lupo! 🙂
Personalmente, posso dire che la paga che ricevo mi permette di sopravvivere, anzi vivere, in una città come Londra abbastanza tranquillamente…e di mettere anche qualcosa da parte! 🙂
Personalmente, devo dire che con la paga che ricevo ci sopravvivo e vivo tranquillamente in una città come Londra, riuscendo anche a mettere da parte qualcosa! 🙂
2000$ al mese?
finalmente parlate anche di traduttori! Grazie!
Grazie Giulia per la tua storia, e brava!
“Secondo la mia esperienza, le qualifiche sono molto importanti”…non so. Giulia non mi trova molto d’accordo su questo. Vero e’ che on ci si puo’ improvvisare traduttori ma, allo stesso tempo, una persona con esperienze da traduttore maturate solo scolasticamente nelle scuole per traduttori ha comunque esperienza zero una volta laureata.
L’esercizio della traduzione non e’ solo linguistico, ma ovviamente anche culturale. Il tutto sta nell’immergersi e iniziare. Qua negli Stati Uniti, quando ancora facevo traduzioni, nessuno mi aveva mai richiesto qualifiche specifiche nel campo della traduzione (che peraltro non ho), ma avevano sempre valutato la mia esperienza. E l’esperienza parte sempre da zero. Qualfiche o no.
Detto questo, bravissima! Ho un cugino proprio a Londra che fa il tuo stesso lavoro (ma ammetto che non so per quale compagnia lavori esattamente) ed e’ abbastanza soddisfatto.
In bocca al lupo per il tuo futuro.
Saluti.
L’anno scorso sono stato contattato dal più grande publisher mondiale di videogiochi (con sede a Los Angeles) che aveva bisogno di localizzatori verso l’italiano presso una delle loro sedi europee. Ho rifiutato perché, a mio parere, la paga era davvero bassa!
Probabilmente l’azienda di Giulia paga di più, o almeno lo spero per lei…
Grande Giulia!Sei un esempio per tutti noi!
Grande Giulia!!
Grande Giulia!!